24 giugno 2010

Uno dei robot subacquei è entrato in collisione con il sistema di tubature che trasportano acqua calda nella cupola per evitare la formazione di ghiaccio. Momentaneamente tolto il tappo posizionato sulla falla, una volta riposizionato, il sistema ha ripreso a pompare petrolio e gas.
Ancora un dramma scuote le operazioni per arginare il disastro provocato dalla marea nera. Il capitano di un'imbarcazione, William Kruse, 55 anni, assoldato dalla Bp per partecipare alle operazioni di pulizia, si e' tolto la vita sparandosi un colpo alla testa. Kruse, a quanto riferito, era rimasto sconvolto e adirato per i danni causati dalla fuoriuscita di greggio che sta devastando l'ecosistema delle coste meridionali degli Stati Uniti.
Già due tecnici erano morti nel corso delle operazioni di contenimento della marea nera. Uno dei due operai e' annegato, mentre l'altro ha perso la vita in un secondo incidente mentre era alla guida di una barca. Le vittime si aggiungono alle undici che hanno perso la vita in seguito all'esplosione della piattaforma Deepwater Horizon, avvenuta lo scorso 20 aprile.

2 giugno 2010

Free Gaza "Rachel Corrie"

Il governo israeliano rilascerà tutti gli attivisti sopravvissuti e arrestati dopo il blitz solo dopo aver firmato un documento nel quale affermano di rinunciare a qualsiasi azione legale.
Fra i passeggeri, 5 irlandesi e 6 malesi, vi è anche il premio Nobel per la pace 1976, la nordirlandese Mairead Maguire, 66 anni, nota paladina della causa palestinese.

La Rachel Corrie, faceva parte della flottiglia Free Gaza, è rimasta ferma a Cipro per quarantott’ore per motivi logistici e adesso è pronta a dirigersi verso le coste di Israele, per ora la nave irlandese resta al largo della costa e non riesce a forzare il blocco israeliano.
Il viceministro della Difesa israeliano Matan Vilnay ha già fatto sapere che non passerà.
A bordo anche il Nobel per la pace Maired Corrigan Maguire, premiata per la sua attività in Ulster, che ha fatto sapere: «Nessuna nave degli aiuti porta armi ma solo aiuti puramente umanitari... la nave deve giungere a Gaza per mostrare che il mondo ci tiene».

Dopo l'arrembaggio gli arrestati sono circa 650, a bordo dell’imbarcazione, in massima parte di nazionalità turca. Sono molti i fermati, detenuti nel carcere di Beer Sheva in attesa di accertamenti, che dovrebbero essere rilasciati dal governo Israeliano.
L'operazione "non governativa" che stava tentando di forzare il blocco di Israele per portare aiuti umanitari nella Striscia, coinvolge cittadini di mezzo mondo: quaranta i turchi e altrettanti britannici, nove francesi, un gruppo di tedeschi tra cui due deputate, sei italiani.

Il governo turco ha mandato due aerei militari a Haifa per verificare le condizioni degli attivisti trattenuti.
La Francia alza la voce ed «esige la liberazione immediata dei suoi cittadini». Il presidente Nicolas Sarkozy parla di «uso eccessivo della forza» e insiste insieme all'Onu e all'Unione europea per l'apertura di un'inchiesta internazionale.


Ma
L'Egitto, per alleggerire la tensione, ha riaperto il valico di Rafah, piccolo confine con Gaza solitamente sbarrato se non per qualche giorno al mese, unica via per i palestinesi stretti d'assedio.