29 dicembre 2009

Violenta la repressione contro la "onda verde" che si oppone al presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad.
Nel giorno della festa dell'Ashura almeno 15 persone sono rimaste uccise a Teheran.
Tra le vittime anche Ali Habibi Mussavi, 43 anni, nipote del leader dell'opposizione Mir Hossein Mussavi.
L 'ultra conservatore Yadwollah Javani, ha chiesto che vengano messe sotto processo tre delle principali figure dell'opposizione: l'ex presidente Mohammad Khatami e i due candidati riformisti sconfitti alle elezioni, Mir Hossein Mussavi e Mehdi Karrubi.
Oggi l'ex presidente del Parlamento iraniano, Mehdi Karroubi, e' stato posto agli arresti domiciliari.
"Perche' questa festa religiosa non e' stata rispettata dai governanti?", chiede Karroubi che nel ballottaggio del 12 giugno giunse quarto.
L'ondata di arresti continua anche verso la famiglia Moussavi e i suoi collaboratori.
Anche la sorella di Shirin Ebadi, Premio Nobel per la pace nel 2003, e' stata arrestata a Teheran.

Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, ha accusato oggi Israele e Usa di avere responsabilita' nelle proteste scoppiate a Teheran domenica scorsa. "E' stata una messinscena allestita da Stati Uniti e Israele che ci disgusta".
La Gran Bretagna "riceverà un pugno in bocca se non la smetterà di criticare l’Iran" ha detto il ministro degli esteri iraniano.

23 dicembre 2009

Vecchie e nuove centrali

_Trino (Vercelli)
La centrale nucleare “Enrico Fermi” di Trino è il frutto della prima iniziativa industriale avviata in Italia in campo nucleare.
Il 14 ottobre del 1955, all’indomani della Conferenza di Ginevra “Atoms for Peace”, la Edison chiese a tutti i principali costruttori di reattori un’offerta per la realizzazione della prima centrale nucleare italiana.
Nel luglio 1990 il CIPE dispose la sua chiusura definitiva, dando mandato all’ENEL di predisporre il piano di decommissioning.
Nel novembre 1999 la proprietà della centrale – così come per le altre tre centrali nucleari italiane – è stata trasferita a SOGIN, con il mandato di procedere alla sistemazione dei materiali radioattivi presenti nel sito, allo smantellamento della centrale e al recupero e alla valorizzazione dell’area.
_Montalto di Castro (Viterbo)
Già prima del referendum che abrogò il nucleare nel 1987, la cittadina sul mare era destinata ad ospitare questo tipo di produzione, i lavori per la centrale nucleare erano già stati avviati ed erano quasi giunti al termine quando ventidue anni fa gli italiani dissero con fermezza: "No".
_Borgo Sabotino (Latina) e Garigliano (Caserta)
Già due centrali inattive. Problemi irrisolti per lo stoccaggio e il trattamento deelle scorie ed i rifiuti.
_Caorso (Piacenza)
E' la più recente centrale nucleare realizzata in Italia, entrò a regime dal 1978.
In arresto a freddo dal 1986, l'impianto non è stato più riavviato a seguito al referendum dell’87
Nelle piscine di decadimento sono stoccati i 1.032 lingotti del combustibile utilizzato in fase di esercizio.
Dopo la fermata l’impianto è stato posto in stato di conservazione, con i sistemi in condizioni idonee al riavviamento. La delibera CIPE del luglio 1990, disponeva la chiusura definitiva dell’impianto.
Nel 1999 la proprietà della centrale è stata trasferita a SOGIN, che ha presentato alle competenti autorità il programma di smantellamento dell’impianto.
Nell’impianto sono inoltre immagazzinati 1.600 metri cubi di rifiuti radioattivi.
_Oristano
Trova forte opposizione l'idea di costruire la centrale in Sardegna, prevista nell'accordo tra Berlusconi e Sarkozy. I tecnici francesi si dicono "fiduciosi che i nuovi impianti saranno costruiti e gestiti in assoluta sicurezza"
_Palma (Agrigento)
nella città del Gattopardo nonostante il forte rischio sismico che coinvolge la Sicilia, è previsto anche lo stoccaggio nella dismessa miniera di salgemma del Passatello
_Monfalcone (Gorizia)
sempre secondo l'accordo tra Berlusconi e Sarkozy è possibile l'insediamento di una centrale nucleare in Friuli Venezia Giulia.

Italia ri-nucleare

Nel giorno in cui Obama pone l'ultimatum ad Ahmadinejad, per il controllo dei materiali fissili delle centrali nucleari in Iran, l'Italia decide che forse tornerà al nucleare, la cosa sarebbe poi gestita da tecnici francesi, secondo accordi già stipulati da Belusconi.
Diverse e contrastanti le reazioni dal mondo politico: il centrodestra applaude compatto, mentre il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, non vede "la fattibilità, l’utilità e il senso di avventurarsi in un piano con queste tecnologie, che dobbiamo importare dall’estero".
Ci si chiede anche con quali soldi dovrebbero essere costruite le nuove centrali, previste nell'accordo Italia-Francia, come sarà mai risolto il problema delle scorie, e si critica anche la scelta geografica dei siti.
Fra questi compaiono anche Trino, Caorso, Latina e Garigliano dove sono localizzate le quattro centrali nucleari già costruite nel nostro Paese, già dismesse e mai più riavviate a seguito al referendum dell’87.
Importante ricordare che non si tratta solo dei siti di nuove centrali nucleari, ma anche di strutture per lo stoccaggio di materiale radioattivo, tra cui l'uranio impoverito, proveniente anche da altri paesi.

Già nell'aprile 2008, il Governo di Romano Prodi aveva esteso il segreto di Stato sull'individuazione del sito unico di stoccaggio delle scorie nucleari: la popolazione non dovrà essere informata. (sic!)
Certo che queste strutture potrebbero diventare non solo bersaglio politico della popolazione ivi residente, ma in caso di guerra aperta con l'Iran, oltremodo di attacchi terroristici da altri paesi.
La questione è importante. L'uranio impoverito, contrariamente a quanto suggerisce il nome, oltrechè pericoloso è anche di molto prezioso. A causa delle alte temperature sprigionate, è materiale di costruzione nella balistica dei missili perforanti anticarro. Pertanto lo stoccaggio e la lavorazione dello stesso sono oltremodo Top-Secret.

Restiamo davvero perplessi, in un paese dove non sempre funziona neanche la normale raccolta dei rifiuti solidi urbani, di fronte al problematico stoccaggio delle scorie nucleari, specialmente nelle centrali più antiche e desuete, come quella di Trino.

19 dicembre 2009

Accordo Copenaghen

(AGI) - Roma, 18 dic. - Barack Obama vuole dare un segnale di cambiamento rispetto alla precedente amministrazione Bush, e ci riesce almeno nelle intenzioni, cerca quindi di salvare il summit sul clima di Copenaghen, voluto anche da Angela Merkel, esortando i grandi del mondo a trovare un'intesa. Incontro anche con il premier cinese, Wen Jabao, sempre riguardo al negoziato sul cambiamento climatico in corso.
Al vertice si sono riuniti i leader dell'Ue, assente l'Italia, per valutare la possibilità di innalzare l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra entro il 2020 da dal 20% al 30%.
Dal summit e' intanto emersa una nuova bozza di 12 punti (erano 13 nelle versioni precedenti), dove, almeno sulla carta, si definisce l' "Accordo Copenaghen".
L'accordo fra i paesi più avanzati procede quindi anche senza l'attuale presidente italiano.
Ne approfitta la Merkel per portare a casa un accordo "in linea di principio" ma è comunque un risultato:
i paesi più ricchi dovranno dare il buon esempio e tagliare le emissioni di CO2 dell'80% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. La bozza di accordo fissa inoltre un obiettivo globale di riduzione delle emissioni del 50%. L'aumento della temperatura terrestre inoltre, dovrà essere contenuto entro i due gradi centigradi.

Questo è quanto sul fronte della ecologia e dell'inquinamento atmosferico.
Resta invece del tutto una incognita la spinosa questione dello smaltimento e della spartizione delle scorie all'uranio impoverito, prodotto di scarto delle centrali nucleari, si intende anche quelle irachene.

18 dicembre 2009

burattini bugiardi e asinacci

Mini naia di 3 settimane per 5.000 ragazzi nei prossimi 3 anni. E' il progetto del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, "l'inventore" di questi stage volontari nelle caserme che hanno già coinvolto, nei mesi scorsi, circa 200 giovani che si sono addestrati con gli alpini.

Si tratta di un decreto di finanziamento delle missioni internazionali per i primi 6 mesi del 2010: un provvedimento che prevede appunto il finanziamento della cosiddetta "mini naia" per 3 anni con il coinvolgimento di un massimo di 5.000 ragazzi e ragazze. La Russa ha spiegato che nel progetto sono coinvolti anche i ministri della Giustizia Alfano e dell'Interno Maroni, che dovrebbero fornire il loro apporto "anche in termini di risorse", e che vi saranno due stage annuali, ciascuno della durata di 3 settimane, nel periodo estivo. "Qualcosa di importante - ha detto La Russa - che possa incidere nella formazione della nostra gioventù".

notizia ANSA